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Le campane sono state per secoli la voce della città, hanno segnato i momenti di festa e di dolore, nel passato hanno emesso segnali di emergenza, per esempio per avvisare in caso di incendi o di avvistamento di nemici.
Questi battacchi sono gli originali del primo concerto, ritrovati e conservati dal sig. Ferdinando Giordano fondatore dell’Archeoclub Cremona.
I bronzi originali sono stari rifusi nel 1744 dal milanese Bartolomeo Bozzi per realizzare l’attuale poderoso concerto, composto da sette campane del peso compreso tra i 465 kg della più piccola e i 3270 kg della più grande.
La campana delle ore è visibile sull’aerea terrazza alla sommità della salita ove lo sguardo spazia verso l'orizzonte, era chiamata il “Re” battiore e porta la data del 1581.
La Terra non è che uno dei miliardi di miliardi di corpi celesti e ruota attorno al proprio asse in 23 ore 56 min 4 sec rispetto alle Stelle, e in 24 ore rispetto al Sole. Le recenti misurazioni, fatte con precisissimi orologi atomici stanno dimostrando che la velocità di rotazione non è costante, per vari fenomeni: quello più importante è l’azione congiunta dell’attrazione gravitazionale della Luna (per il 75%, e del Sole per il 25%) che genera le maree, il cui attrito con il fondo degli oceani rallenta la rotazione della Terra. Per cui i nostri giorni sono più lunghi di quelli degli antichi. L’allungamento del giorno è stimato in 1,8 millisecondi al secolo. Noto il raggio medio della Terra all’equatore di 6.378 km, è possibile conoscere la circonferenza, che è di oltre 40.000 km. Una località posta sull’equatore compie il giro in un giorno alla velocità di quasi 1.700 km/h. Ai poli, che sono sull’asse, la velocità di rotazione è nulla. Cremona è all’incirca a metà tra il polo e l’equatore, ovvero a una latitudine di + 45° 8’. La sua velocità di rotazione vale oltre 1.100 km/h. Sappiamo poi che la Terra ruota intorno al Sole a una distanza media di 149 milioni di km, la circonferenza vale oltre 936 milioni di km che percorriamo in circa 365 giorni, questo corrisponde ad una velocità orbitale media di circa 107.000 km/h, pari a quasi 30 km/s.
Sappiamo anche che il sistema solare ruota con la galassia, ed è stimata una velocità di rotazione di circa 792.000 km/h, pari a circa 220 km/s. Poi, la galassia è soggetta all’espansione dell’Universo sembra a oltre 3,6 milioni di km/h rispetto alle galassie più lontane.
Se ci è chiaro che non ci possiamo accorgere dell’allungamento dei giorni, causato dalla piccolissima diminuzione della velocità di rotazione della Terra, com’è possibile non rendersi conto delle elevatissime velocità degli altri moti? Il motivo è che ci accorgiamo solo delle accelerazioni, decelerazioni o cambi di direzione, ma siamo del tutto indifferenti alle velocità.
Si può immaginare un viaggio cavalcando un raggio di luce: in un decimillesimo di secondo raggiungeremmo la stratosfera, poco più di un secondo dopo saremmo alla Luna e dopo mezza giornata ben oltre Plutone. Occorreranno poi quattro anni e tre mesi per arrivare ad Alfa del Centauro, cinquantamila anni per costeggiare il confine della nostra galassia, e oltre due milioni di anni per giungere alla galassia più vicina (Andromeda).
Già nel 1632 Galileo Galilei, nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, divulgava il principio d’inerzia narrando famosi esperimenti a bordo di una nave ove i passeggeri sotto coperta non potevano rendersi conto del moto. Restando alla nostra Terra, in realtà il suo moto è la combinazione di moti non rigorosamente rettilinei ma curvilinei, lo scostamento fra l’arco compiuto e la direzione rettilinea è presente anche se minimo e non si percepisce normalmente. Lo scostamento è per esempio dovuto al moto di rotazione della Terra, manifestato dalla deflessione del piano di oscillazione del grave del pendolo di Foucault.
Negli ultimi anni, gli astrofisici hanno scoperto che attorno a centinaia di stelle appartenenti alla nostra Galassia esistono pianeti come quelli che formano il nostro sistema solare, dai giganti gassosi come Giove e Saturno, ai pianeti rocciosi delle dimensioni comparabili a quelle della Terra.
Come potremo venire in contatto o magari esplorare questi nuovi mondi, arrivare fin dove nessun uomo è mai giunto prima?
Le enormi distanze tra le stelle riducono molto la possibilità di raggiungere questi pianeti, ma rimane la speranza che un giorno, chissà in quale forma, si potrà anche solamente comunicare con tali mondi.
Entro una distanza di 20 anni luce dal Sole (circa 200 mila miliardi di chilometri) sono note ben 5 stelle che possiedono pianeti di tipo terrestre: Alpha Centauri, Tau Ceti, Gliese 876, Epsilon Eridani e Gliese 581. Questi sono attualmente i sistemi extrasolari noti a noi più vicini.
Compiere un viaggio interstellare, anche di pochi anni luce, è un’operazione complessa che pone sfide incredibili, ma la progettazione delle astronavi è già iniziata!
Daedalus e Icarus sono i nomi di alcuni dei progetti che emeriti scienziati di tutto il mondo stanno sviluppando.
Cari abitanti terrestri,
vi scrivo da un pianeta lontano oltre due milioni di anni luce. Stasera puntate il vostro telescopio verso di me e vedrete una piccola luce, la mia galassia; anch’io alcune volte osservo il cielo in cerca della vostra casa: la Via Lattea. Ora so che non siamo soli nell’Universo e provo una gioia immensa quando osservo la costellazione dove vivete. Là tra miliardi di stelle ci siete voi che sulla Terra girate attorno al Sole.
Vi abbraccio come un fratello perché io e voi abbiamo avuto un’origine comune tredici miliardi di anni fa nel Big Bang.
Voi dipendete dalla Terra che vi nutre e dal Sole che vi riscalda. Il vostro codice genetico è simile a quello di tutti gli altri esseri viventi perché l’evoluzione della vita vi lega ad un’origine comune nata circa tre miliardi e mezzo di anni fa. Tutto è connesso e noi e voi con gli occhi della mente siamo l’Universo che guarda con stupore se stesso.
Se tutti i popoli osservassero la Terra da qui dove la vedo io, capirebbero di abitare in un’unica casa.
Vi auguro di saper gestire con saggezza tutte queste nuove conoscenze per vivere felicemente e in pace, senza più conflitti inutili tra di voi.
Un caloroso saluto da γ
PDF nelle versioni stampabili:Il Tempo è un’entità astratta che sin dai tempi antichi l’uomo ha cercato di comprendere e controllare.Nei secoli notevole è stato l’ingegno profuso per indagare la sua natura e realizzare gli strumenti per misurarlo.Gli oggetti esposti sono originali, riproduzioni o rivisitazioni di celebri segnatempo. Principalmente sono orologi solari e meccanici. Esclusi i due grandi orologi da torre, tutti gli altri sono opere di tre appassionati cultori cremonesi delle antiche tecniche:
Pieraugusto Grisoli, Giancarlo Bassani, Alessandro Maianti.
L'uomo primitivo comprese presto l’importanza di misurare il tempo utilizzando i fenomeni celesti, quali l’alternanza del giorno e della notte, il moto del Sole e delle Stelle o le fasi della Luna, per realizzare calendari e lunari.
In seguito, per misurare brevi intervalli di tempo sono state impiegate le soluzioni più varie: ombre negli orologi solari, flussi d’acqua o sabbia nelle clessidre, il lento consumarsi di candele graduate, fino all’arrivo, nel XIII secolo, dei primi orologi meccanici.
Il tempo non è altro che il nostro rapporto con i fenomeni che ci circondano, è nelle cose fisiche ma è anche nella nostra psiche.
L’orologio è stato realizzato da Francesco Divizioli negli anni della riforma gregoriana del calendario, entrata in vigore nel 1582. Ha sostituito un precedente orologio di cui si hanno scarse notizie. Il meccanismo è originale tranne il pendolo che, essendo stato introdotto successivamente, ha sostituito il meno preciso foliot, sistema di scappamento che determina gli intervalli di tempo.
I ruotismi della parte astronomica azionano l’indice del Drago per la determinazione delle eclissi, sia di Sole, sia di Luna. Questo del Torrazzo è l’unico orologio da torre in Italia a fornire questa indicazione.
La torre porta ben due meridiane che indicano l’istante del mezzogiorno: una, quella esterna, è visibile dalla piazza; l’altra, interna, serviva al moderatore quando non si disponeva di altri mezzi per la regolazione dell’orologio.
Ogni giorno il Sole compie la sua apparente traiettoria in cielo e quando si trova nel suo punto più alto (in astronomia si dice culmine) è mezzogiorno. In questo momento un raggio di luce entra dalla parete sud della torre e finisce sulla linea meridiana tracciata a terra e sulla parete, indicando così l’istante del mezzodì. Inoltre, grazie alla variazione di altezza dell’astro in cielo, che determina lo spostamento della luce sulla linea, si ha anche l’indicazione calendariale. Deve essere chiaro che la meridiana fornisce sempre il mezzogiorno vero del luogo, questo differisce da quello indicato dai nostri orologi che sono regolati con il tempo medio del nostro fuso orario, quello dell’Europa centrale. Il mezzogiorno solare vero nel corso dell’anno anticipa o ritarda quello civile per un valore che può raggiungere 14 minuti di ritardo e 16 di anticipo. Ciò è determinato principalmente dal fatto che l’orbita della Terra intorno al Sole non è circolare ma ellittica. Per evitare calcoli si riporta in tabella l’ora del passaggio del Sole in meridiano a Cremona.
Tramite Tripadvisor (viene applicata una commissione aggiuntiva al costo del biglietto)
https://www.museidiocesicremona.it/ticketoffice/
o via mail all’indirizzo: info@museidiocesicremona.it
E’ possibile scaricare la brochure con le proposte per le scuole dell’infanzia e primarie, per le scuole secondarie di primo grado e di secondo grado.