Il Tempo è un’entità astratta che sin dai tempi antichi l’uomo ha cercato di comprendere e controllare.Nei secoli notevole è stato l’ingegno profuso per indagare la sua natura e realizzare gli strumenti per misurarlo.Gli oggetti esposti sono originali, riproduzioni o rivisitazioni di celebri segnatempo. Principalmente sono orologi solari e meccanici. Esclusi i due grandi orologi da torre, tutti gli altri sono opere di tre appassionati cultori cremonesi delle antiche tecniche:
Pieraugusto Grisoli, Giancarlo Bassani, Alessandro Maianti.
L’uomo primitivo comprese presto l’importanza di misurare il tempo utilizzando i fenomeni celesti, quali l’alternanza del giorno e della notte, il moto del Sole e delle Stelle o le fasi della Luna, per realizzare calendari e lunari.
In seguito, per misurare brevi intervalli di tempo sono state impiegate le soluzioni più varie: ombre negli orologi solari, flussi d’acqua o sabbia nelle clessidre, il lento consumarsi di candele graduate, fino all’arrivo, nel XIII secolo, dei primi orologi meccanici.
Il tempo non è altro che il nostro rapporto con i fenomeni che ci circondano, è nelle cose fisiche ma è anche nella nostra psiche.
Nella sala è presente una riproduzione del famoso Artificio di Toledo, opera di Janello Torriani. L’illustre cremonese compare nei documenti come curatore dell’orologio astronomico del Torrazzo.
L’Artificio era la più grande macchina del tempo, veramente ciclopica. Utilizzava la sola energia prodotta dalla corrente del fiume Tago per portare in continuazione l’acqua del fiume alla fortezza dell’Alcàzar, sopra uno sperone di roccia ad un’altezza di circa 100 metri. L’opera idraulica utilizzava concetti di orologeria.
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